La revisione della strategia
Cambia l’obiettivo della Banca Centrale Europea. Dopo diciotto anni dall’ultima revisione, nel 2003, l’autorità monetaria di Francoforte ha deciso, all’unanimità, che il suo bersaglio non sarà più un livello di inflazione «inferiore ma vicino al 2% nel medio termine». Dal 22 luglio il nuovo target è «un obiettivo di inflazione simmetrico del 2% nel medio termine».
Simmetrico nel senso che «positive e negative deviazioni» dall’obiettivo sono considerate egualmente indesiderabili. Fino a ora, invece, un’inflazione più alta del 2% era considerata sicuramente una situazione più delicata, e da affrontare con maggiore determinazione di un’inflazione più bassa. La conseguenza è importante, spiega il comunicato della Bce; quando l’inflazione è troppo bassa per un periodo lungo, evitare che queste deviazioni diventino strutturali, ancorati, richiederà «un periodo transitorio in cui l’inflazione è moderatamente al di sopra dell’obiettivo». La Bce, quindi, promette di essere molto più flessibile, paziente e tollerante rispetto al passato.
L’indice di inflazione di riferimento continuerà a essere quello armonizzato calcolato da Eurostat. Tuttavia, la Bce ritiene che sia importante includere nell’indice anche i costi relativi alle abitazioni occupate dai proprietari, per meglio rappresentare l’aumento dei prezzi rilevanti per le famiglie (è quindi escluso il costo degli investimenti). L’autorità monetaria intende quindi, fino a quando non saranno adeguati gli indici armonizzati – compito che potrebbe richiedere diversi anni – usare anche altre misure di inflazione che tengano conto di questi prezzi.
Il quantitative easing diventa inoltre uno strumento standard della politica monetaria, insieme alla forward guidance e alle aste di liquidità di lungo periodo e ovviamente ai tassi di interesse, che restano lo strumento principale e, per così dire, di default. La diagnosi dell’economia – che si basa sui due pilastri dell’analisi economica e dell’analisi monetaria – terrà sempre più conto dei rischi che gli squilibri finanziari pongono alla stabilità dei prezzi e valuterà le condizioni della catena di trasmissione della politica monetaria.
Anche la comunicazione della Bce cambierà e agli strumenti attuali si accompagneranno «versioni visualizzare» per raggiungere un pubblico più vasto. La prossima revisione della strategia è già stata programmata per il 2025. Nel frattempo, però, la Bce si è data il compito di integrare nella sua strategia tutti gli elementi del cambiamento climatico che potrebbero incidere sulla stabilità dei prezzi.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)
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