Il mercato dei finanziamenti soffre per i continui rialzi dei tassi decisi dalla Banca centrale europea. È quanto emerge da un rapporto dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che ad agosto 2023 registra un calo dei prestiti a famiglie e imprese del 3,3% rispetto all’anno prima. Si accentua, dunque, la tendenza già rilevata a luglio quando erano scesi del 2,2%. Il calo dei volumi di credito, secondo l’associazione, è coerente con il rallentamento della crescita economica. La contrazione riguarda in particolare le imprese (-4,0%).
Le sofferenze nette per il sistema bancario, invece, sono rimaste stabili: il dato per luglio 2023 è di 16,5 miliardi di euro, praticamente invariato da giugno. L’aumento da dicembre 2022 è di 2,2 miliardi. Rimane ancora lontano il tetto di 88,8 miliardi raggiunto nel novembre 2015, ma il rapporto sugli impieghi totali è allo 0,97%, rispetto allo 0,81% del dicembre scorso. L’Abi, inoltre, prevede che nei prossimi mesi le politiche monetarie restrittive della Bce faranno sentire il loro peso, portando ad un aumento dei crediti deteriorati.
Francoforte continua ad aumentare il costo del denaro, ora al 4,50%, nel tentativo di domare l’inflazione. L’ultimo incremento, deciso giovedì 14 settembre, è il decimo consecutivo in poco più di un anno. Questo ha provocato il rincaro degli interessi applicati dalle banche ai mutui. Ad agosto, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,29%. Si tratta del picco dal 2012. Quello per le operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 5,03%, mentre il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,48%.
Particolarmente penalizzate sono le famiglie che hanno sottoscritto un mutuo con tasso variabile, che hanno visto un incremento significativo della rata da pagare a fine mese. Per fare un esempio semplificato, su un mutuo da 150mila euro da estinguere in 25 anni il quantitativo di denaro da versare mensilmente oggi è di circa 800 euro, una crescita sostanziale rispetto ai circa 500 di prima dell’inizio della politica restrittiva di Francoforte.
Aumenta, inoltre, il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso, che registra un aumento di 332 punti base ad agosto e si attesta al 4,63%. Cresce però anche il tasso praticato sui depositi a durata prestabilita, arrivato ad agosto 2023 al 3,36%. L’incremento è pari a 307 punti base ed è superiore alla media dell’area euro (3,15%). A giugno del 2022, l’ultimo mese prima dei rialzi della Bce, era pari allo 0,29%.
(Fonte: Il Giornale)
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