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Coronavirus: via libera del governo al decreto liquidita’

400 miliardi subito alle imprese. Conte: “Liberati 750 miliardi, quasi la metà del nostro PIL”

 

Ieri sera, a seguito di un lungo Consiglio del Ministri, il premier Conte ha tenuto la consueta conferenza stampa per informare i cittadini del via libera circa l’atteso Decreto Liquidità: saranno 400 miliardi i fondi disponibili per le imprese.

Ecco quali sono le anticipazioni sulle misure più significative contenute nel Decreto Liquidità che anticipa il Decreto Aprile previsto dopo Pasqua:

 

GRANDI IMPRESE ED EXPORT, GARANZIE DA SACE

Sace, la società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti specializzata nel settore finanziario e assicurativo, potrà fornire garanzie su prestiti alle PMI e alle medio-grandi imprese; l’importo massimo di garanzie è stabilito in 200 miliardi, di cui 30 miliardi destinati alle PMI come rafforzamento rispetto al supporto del fondo per le PMI.

Per tutte le imprese la garanzia può essere rilasciata fino al 31 dicembre 2020 e i finanziamenti possono avere una durata di massimo sei anni, la soglia del prestito è pari al 25% del fatturato 2019. La garanzia copre il 90% per imprese con più di 5mila dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato; 80% per imprese con più di 5mila dipendenti e fatturato tra 1,5 e 5 miliardi, il 70% per imprese con fatturato oltre i 5 miliardi. Il tasso d’interesse nel primo anno non deve superare lo 0,25% per le PMI e lo 0,50% per le altre imprese.

 

POSSIBILE GARANZIA STATALE PER LE PMI

La garanzia totale a copertura di nuovi finanziamenti sarà possibile per le sole PMI con ricavi fino a 3,2 milioni di euro e per prestiti fino al minor importo tra il 25% del fatturato e 800mila euro. Non servirà l’istruttoria del Fondo sul merito di credito ma il 100% si otterrà solo in forma mista (90% Stato e 10% Confidi privati). Garanzia totale anche per prestiti concessi a PMI con fatturato fino a 800mila euro e fino al 15% del fatturato. In questo caso serve la valutazione del Fondo. I tassi di interesse dovrebbero collocarsi tra 0,2 e 0,5%. In tutte le altre situazioni, fino a un importo massimo garantibile di 5 milioni di euro, la garanzia sarà concedibile solo entro il 90%.

 

Partite Iva e microimprese: prestiti automatici fino a 25mila euro

Tempi più rapidi e procedura automatica per finanziamenti fino a 25mila euro, sia per le PMI sia per persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, non oltre il 25% del fatturato del beneficiario dell’ultimo bilancio (con restituzione fino a 6 anni e inizio del rimborso non prima di 18-24 mesi).

 

IL CODICE DELLA CRISI SLITTA AL 2021

Nella bozza del decreto-legge liquidità rientra anche un pacchetto di misure sulla crisi d’impresa, sia con modifiche alla disciplina fallimentare sia con interventi sul Codice civile. Quando alle prime, si dispone il rinvio al 1° settembre 2021 dell’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa. Si provvede poi a congelare le istanze di fallimento fino al 30 giugno con l’eccezione di quelle avanzate dal pm, e si interviene su concordati e accordi di ristrutturazione per favorire gli adempimenti. Sul Codice civile, alt alle misure sulla necessità di ricapitalizzazione quando il capitale precipita al di sotto dei limiti legali, presunzione poi di continuità aziendale nei bilanci sostenibili al 23 febbraio e misure per favorire l’afflusso di finanza da parte dei soci.

 

Fisco: stop ai versamenti di aprile e maggio

La sospensione dei versamenti per i mesi di aprile e maggio viene legata al volume di ricavi o compensi. Bloccato il pagamento di tasse e contributi per partite Iva e autonomi con ricavi o compensi fino a cinquanta milioni che hanno registrato un calo del fatturato del 33% e per i contribuenti con ricavi o compensi superiori a 50 milioni che hanno registrato una perdita di fatturato del 50% nei mesi di marzo e di aprile. I versamenti bloccati dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2020 in unica soluzione o in cinque rate di pari importo sempre a partire da giugno. Viene prevista comunque una verifica incrociata con Inps, Inail ed altri enti previdenziali che comunicheranno all’agenzia delle Entrate chi si è avvalso della sospensione.

 

ritenute d’acconto sospese fino a luglio Per autonomi e agenti

Per gli autonomi con ricavi o compensi fino a 400mila euro nel periodo compreso tra il 17 marzo 2020 (data di entrata in vigore del Dl n. 18 “Cura Italia”) e il 31 maggio 2020 (in luogo del 31 marzo 2020) stop alle ritenute d’acconto operate dai sostituti d’imposta sui redditi di lavoro autonomo e quelle sulle provvigioni per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento d’affari. Questo a condizione che nel mese precedente non abbiano sostenuto spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato. I contribuenti interessati torneranno a versare le ritenute d’acconto non operate dal sostituto in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2020 (in luogo del 31 maggio 2020) o rateizzando fino a un massimo di 5 rate.

 

Sgravi più estesi per spese di sanificazione

Vengono estese le tipologie di spese ammesse al credito d’imposta per le spese di sanificazione di ambienti e strumenti di lavoro, includendo quelle relative all’acquisto di dispositivi di protezione individuale (quali, ad esempio, mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, guanti, visiere di protezione e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari), all’acquisto e installazione di altri dispositivi di sicurezza per proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici o a garantire la distanza di sicurezza interpersonale (quali, ad esempio, barriere e pannelli protettivi). Sono compresi anche i detergenti mani e i disinfettanti. Il credito d’imposta è attribuito a ciascun beneficiario, fino all’importo massimo di 20.000 euro, nella misura del 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2020, e comunque nel limite di spesa fissato in 50 milioni.

 

GLODEN POWER ESTESO A FINANZA E INDUSTRIA

A difesa delle imprese italiane, vengono rafforzati i “poteri speciali” per evitare che, con il calo dei titoli borsistici, le imprese italiane di settori strategici possano essere acquistate all’estero a prezzi di saldo. È dunque prevista un’estensione del golden power, che già esiste sui settori della difesa, telecomunicazioni, energia, anche per alimentare, sanità, banche e assicurazioni. I poteri di veto del Governo oltre a coprire nuovi settori vengono estesi anche alle operazioni di acquisizioni all’interno dell’Unione europea non solo per controllo ma anche per acquisizione di quote del 10% in su.

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