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Google: infrastrutture e competenze, 900 milioni per un’Italia più digitale

La «seconda vita» di Melissa Ferretti Peretti è cominciata dieci mesi fa, quando la manager ha deciso, dopo 17 anni e mezzo di carriera, di lasciare American Express, la multinazionale dei pagamenti elettronici di cui era a capo in Italia. Con Google, la società tecnologica di Mountain View, i colloqui sono stati molti, prima di decidersi al grande passo: oggi Ferretti Peretti è la prima donna alla guida di «big G» in Italia. In Amex, soprattutto durante e in uscita dall’emergenza della pandemia, Ferretti Peretti aveva spinto molto su programmi a supporto della crescita digitale delle Pmi, con iniziative dedicate a creare nuovi e più solidi rapporti tra aziende, esercenti, clienti. 

Google ancora più italiana

Quello stesso spirito di competitività e crescita la manager lo ha ritrovato anche in Google. «Ho capito che anche qui si scommette sul Paese, c’è una grande voglia di portare crescita, innovazione e benefici a tutto l’ecosistema, con modelli scalabili e in un momento in cui l’Italia è davvero pronta. Ho ascoltato tutto quello che l’azienda sta facendo, le persone che ci lavorano, i clienti. Ho preso in mano le moltissime iniziative già avviate e ho cominciato dunque a portare la mia esperienza di leadership, per massimizzarne l’efficacia». Con un’idea in testa: rendere Google ancora più italiana. «Una prima area di intervento strategica è quella delle competenze: bisogna investire su quelle digitali, perché ogni microazienda, grazie al digitale, può diventare una multinazionale — spiega la ceo —. Abbiamo formato oltre un milione e mezzo di persone e Pmi, ora abbiamo messo in campo nuovi investimenti e impegni a lungo termine». Investimenti che si affiancano a quelli annunciati tre anni fa da Big G: oltre 900 milioni di dollari in Italia per cinque anni. Parte di questi fondi sono serviti per avviare Italia in Digitale, un piano per accelerare la ripresa economica del Paese attraverso progetti di formazione, dedicati agli imprenditori così come ai giovani in cerca di un primo impiego, strumenti innovativi e partnership. È di lungo corso, ad esempio, quella con Unioncamere e le Camere di Commercio, nel progetto «Made in Italy: Eccellenze in Digitale» per aiutare il piccolo e piccolissimo tessuto imprenditoriale tradizionale a dotarsi di una presenza digitale e a potenziare l’internazionalizzazione con l’online. «Il progetto Eccellenze in Digitale è stato riavviato quest’anno sul territorio con le Camere di Commercio in favore dei lavoratori delle imprese locali, grazie ad un finanziamento di Google.org — spiega Ferretti Peretti —. Sul fronte della formazione c’è poi Google Digital Training, la nostra piattaforma online di corsi gratuiti per persone e imprese».

 

Infrastrutture digitali

Altra area importante di investimento per Google in Italia sono le infrastrutture. «Abbiamo aperto due region cloud: Milano e più di recente, Torino — spiega la ceo —. In un momento in cui l’Italia sta recuperando il suo gap digitale, è cruciale avere infrastrutture ad alta affidabilità e performance. Google è anche l’unico cloud provider ad avere fatto l’investimento su due regioni in Italia». Il partner è Tim, Intesa Sanpaolo per le iniziative di formazione. Con Sparkle invece è stato realizzato il cavo Blue, che ha attraccato a Genova due mesi fa. «Collega l’Italia ai Paesi dell’area del Mediterraneo, per garantire una connessione sempre più stabile e veloce allo stesso tempo». Un ruolo crescente, anche negli strumenti messi a disposizione da Google per le aziende, lo sta assumendo l’intelligenza artificiale, che è già è alla base di tutti i prodotti principali di Mountain View, dalla ricerca alle mappe, ai traduttori, alla mail. Sundar Pichai, ceo di Google, ha più volte ribadito che l’Ai è troppo importante per non essere regolata, e troppo importante per non essere regolata bene. «Siamo a un punto di svolta, anche in Italia — è sicura la ceo —, anche le aziende ne vedranno presto i benefici.
Ad esempio con il nostro Machine Learning Checkup, gratuito, nato in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano, possono valutare se sono pronte per l’utilizzo di queste tecnologie, e comprendere come sfruttare al meglio le sue applicazioni».

Il fattore umano

Ferretti Peretti resta però sempre convinta che il «fattore umano» rimane centrale e che la governance «umana» della tecnologia sarà la caratteristica vincente delle aziende di successo. «In Google c’è una cultura molto forte di partecipazione e inclusione — spiega la ceo —. Siamo convinti che serva un equilibrio, la partecipazione al progetto aziendale e di crescita di tutte le diversità. In Italia abbiamo ancora un grande tema legato alla diversità di genere, basti ricordare che solo il 42% delle occupate sono donne. In Google c’è un forte senso di responsabilità, cerchiamo di far crescere tutto l’ecosistema intorno a noi perché solo così anche noi possiamo fiorire e svilupparci». In questo solco la ceo ama ricordare il progetto «Impact challenge: Tech for good», finanziato da Google.org con tre milioni di euro. «È un invito aperto a organizzazioni no profit e della società civile e università: in Italia ci concentriamo su progetti per la cybersecurity, il contrasto agli attacchi informatici e alla disinformazione online — dice Ferretti Peretti —. Siamo impegnati anche nelle scuole, nel progetto “Vivi internet al meglio” con la Polizia di Stato, per sviluppare una coscienza digitale nei più piccoli. Vogliamo fare cose utili, che aiutino il progresso del Paese, ed è un impegno che ci rende fieri, giorno dopo giorno».

 

(Fonte: Corriere Economia)

 

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