Nei giorni scorsi ho avuto modo di leggere su Il Sole 24 Ore un articolo che riportava l'attenzione dei giovani (la cosiddetta Generazione Z) verso il tema della sostenibilità, nel loro caso il comportamento verso acquisti, relazioni personali e attenzione al green.

Sono rimasto colpito da questo atteggiamento così attento e percentualmente molto diffuso perché la sostenibilità è - e sarà - uno dei fattori chiave per il futuro di persone, aziende e soprattutto del nostro pianeta.

Ricordo che si sono evidenziate tre tipologie di sostenibilità:

- economica
- ambientale
- sociale

Con la prima si pone l'accento sul reddito delle imprese con la dovuta osservanza dell'ecosistema, con la seconda si vuole garantire la disponibilità e la qualità delle riserve naturale mentre con la terza si affrontano i temi della vita, della sicurezza e dei servizi ai cittadini.

Da vecchio imprenditore mi soffermo particolarmente su quella economica perché indica una svolta epocale per tutti quei titolari di aziende che storicamente non hanno mai avuto bisogno di considerare un determinato problema di rispetto ambientale (la nostra generazione, lo ricordo, è cresciuta costruendo con l'amianto) e raramente si era posta il problema di scaricare rifiuti con rispetto del territorio.

Oggi realizzare qualsiasi prodotto, pur con la ovvia e dovuta finalità del reddito d'impresa, deve prendere in considerazione il rispetto dell'ecosistema per creare una economia  circolare, valorizzando gli scarti di lavorazione e guardando con attenzione alle nuove energie che stanno prendendo sempre più piede, il tutto con risvolti fondamentali per maturare quei cambiamenti nel sociale che aiuteranno ad avere rapporti migliori nella vita delle persone.

C'è quindi bisogno di un grande cambiamento culturale che dovrà essere patrimonio della futura generazione e pertanto leggere che i giovani stanno sempre più coltivando questa sensibilità mi conforta e mi aiuta ad immaginarmi per i futuri cittadini e le imprese una crescita attenta e responsabile.