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Industria 5.0, siamo pronti?

La Commissione Europea, nel varare a gennaio dello scorso anno il documento: "Industry 5.0: verso un'industria europea sostenibile, umanocentrica e resiliente", si proponeva l'obiettivo di dare specifiche caratteristiche al proseguio di Industria 4.0 tanto gradito dalle imprese, ma che non ha soddisfatto il ruolo dei lavoratori senza andare inoltre incontro a modelli di sviluppo più sostenibili sia in ambito sociale che ambientale.

Si è quindi preso atto che la tecnologia deve essere funzionale all'uomo e alla società per arrivare in futuro a una reale collaborazione uomo-macchina.

Cerchiamo allora di capire di cosa stiamo parlando con Industria 5.0 e se il mondo produttivo è pronto ad affrontare gli adeguamenti richiesti.

  • Per industria sostenibile si vuole intendere quella che vuole dare vita a una economia circolare, a una reale efficienza energetica, all'uso attento di risorse limitando il più possibile gli sprechi e gli inquinamenti.

  • Per industria umanocentrica si intende l'applicazione e l'uso di tecnologie che rispettino la privacy, l'autonomia e la dignità umana del lavoratore.

  • Per industria resiliente invece si auspica da dare maggior forza ad una produzione industriale che non subisca interruzioni e dotata di infrastrutture sempre più valide e sicure.

Il fine è dunque di dare valore agli azionisti e ai proprietari delle aziende, garantire il benessere dei lavoratori, accrescerne le competenze e aumentare i posti di lavoro grazie all'uso delle nuove tecnologie sempre nel rispetto dei limiti di produzione.

Tutto questo comporta ovviamente un grande impatto su persone e aziende che, almeno all'inizio, possono legittimamente temere una perdita di occupazione, ma che, al contrario, potranno beneficiare del raggiungimento di una maggior specializzazione e competenza, fondamentali sia per l'impresa che per il lavoratore.

Inoltre le aziende si ritroveranno con notevoli benefici a lungo termine grazie ai risparmi energetici, alla capacità di attrarre talenti e a un'aumentata resilienza.

Provando a prendere in considerazione alcuni ambiti operativi potrà migliorare la logistica con il monitoraggio delle merci, gli inventari semplificati e la pianificazione delle consegne, diminuire la casistica degli incidenti grazie al rilievo delle anomalie e puntare all'ottimizzazione dei processi produttivi.

Se pensiamo poi al mondo della sanità, c'è da immaginarsi una chirurgia migliore con tecnologie avanzate, la possibilità di diagnosi precoci e la personalizzazione del paziente.

Con la stampa 3D e l'avvento dell'intelligenza artificiale si potranno ricavare prototipi, parti di ricambio e prodotti su misura e perfino nell'agricoltura grazie ai droni e a nuove tecnologie è molto presumibile un vantaggio previsionale ed interventistico.

Alla luce di tutto ciò quali conclusioni e quali opportunità per le imprese?

É scontata la riorganizzazione dei processi produttivi parallelamente alla grande attenzione verso la formazione delle risorse umane per le competenze digitali così come l'obiettivo di creare un ambiente estremamente collaborativo per il raggiungimento di una sinergia uomo macchina: un grande sforzo che però può essere supportato con le opportunità oggi presenti e quasi certamente passibili di miglioramenti per dare consistenti benefici fiscali tali da attrarre l'interesse degli imprenditori.

Verranno presi in considerazione investimenti innovativi a partire da questo autunno fino alla fine del 2025 con anche una coda nel 2026 se almeno il 20% della spesa viene versato entro il 31/12/2025: per fare degli esempi stiamo parlando di ecodesign, di uso efficiente di risorse come le rinnovabili, di tecnologie per l'uso di materie prime di alta qualità, di modelli di business che diano vita a catene di valore circolare di beni di consumo e strumentali.

É pertanto lecito attendersi che le imprese che investiranno in Industria 5.0 godranno di considerevoli vantaggi fiscali, utili a ridurre i costi di implementazione e ottenere un maggior ritorno sugli investimenti.

Il piano, coordinato dal MIMIT, prevede di innalzare le aliquote attualmente in vigore - nettamente inferiori al 40% - avvicinandole più possibile a quelle che erano in vigore fino al 31 dicembre 2022 e che arrivavano al 40%. A tal fine si sta individuando un plafond di risorse compreso tra 4 e 5 miliardi di euro che verranno erogati tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), integrato con un capitolo RepowerEu per la transizione energetica (lo stesso presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha dichiarato che i 5 mld di cui si parla sarebbero insufficienti).

Sarà premura della nostra società DRAZEFIN advisory dare alle imprese ampia e puntuale comunicazione appena saranno rese note le conferme delle aliquote e dello stanziamento definitivo.

In conclusione il sistema industriale non può che guardare con grande attenzione a Industria 5.0 che rappresenterà un'ulteriore occasione di crescita d'impresa se si desidera affrontare la sfida globale che si ha dinanzi per il prossimo futuro.

Alessandro Biffi
Honorary Chairman DRAZEFIN advisory
 

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