Torna al Blog

Intelligenza artificiale, come può cambiare l’educazione manageriale? I rischi e le opportunità

Il 7 e l’8 marzo 2024 si terrà presso l’università Bocconi di Milano la seconda edizione del Festival del Management. Organizzato dalla SIMA-Società Italiana di Management, il Festival vanta numerosi e prestigiosi partner, istituzionali e non, ha un carattere aperto e divulgativo, è accessibile a tutti gli interessati e nasce dall’esigenza di creare un’occasione di incontro e di confronto su temi di management rilevanti per l’economia e la società contemporanea. Le iniziative e i temi del Festival sono alquanto eterogenei. Eppure, scorrendo i titoli delle sessioni si può agevolmente notare come in questa edizione ampio spazio venga dedicato al ruolo dell’intelligenza artificiale (AI) nel management e alle questioni etiche e di policy che questa tecnologia e i suoi usi sollevano. In particolare, fra i temi affrontati nei talk del Festival si annovera il ruolo dell’AI nell’educazione manageriale. A tale iniziativa, interamente in lingua inglese e moderata da Francesco Grillo (Founder Vision Think Thank, editorialista del Sole24Ore), prenderanno parte Emma Parry (Chair, British Academy of Management), Cheyenne Maddox (PRME United Nations Global Compact), Christopher Tucci (Imperial College Business School, Vice President Elect Academy of Management) e Federico Cabitza (università Milano Bicocca). L’obiettivo è di esplorare le potenzialità, alcune espresse, altre emergenti, che l'AI mostra per incidere sul cambiamento delle modalità con cui si disegna e viene erogata l'educazione manageriale a vari livelli educativi e formativi. Mettendo a confronto un coro a più voci altamente qualificate sulla materia, la tavola rotonda intende altresì divulgare i primi risultati di alcune esperienze concrete di impiego dell'AI nella didattica.

Le due categorie (e una verità che sta nel mezzo)

In effetti, il ruolo dell’IA nell’educazione manageriale è divenuto oggetto di acceso dibattito tanto pubblico quanto accademico. Soprattutto a partire dall’autunno del 2022, quando OpenAI ha inaugurato il suo rivoluzionario chatbot, denominato ChatGPT, che è talmente evoluto da riuscire a simulare conversazioni umane estremamente realistiche con gli utenti. Nel giro di pochissimi giorni, ChatGPT ha raggiunto un milione di utenti nel mondo, 100 milioni in due mesi e ha oggi 1,7 miliardi di utenti. Come spesso accade in situazioni analoghe, quando una tecnologia esponenziale potenzialmente disruptive (come l’AI) si diffonde, le valutazioni, le posizioni e le narrazioni collettive che l’accompagnano, tendono a polarizzarsi. Riprendendo due note categorie proposte da Umberto Eco, potremmo dire che, da un lato, vi sono i cosiddetti «integrati», vale a dire coloro che ottimisticamente ed entusiasticamente acclamano la nuova tecnologia come quasi salvifica, capace di supportare sempre di più l’essere umano nella risoluzione di problemi complessi. Dall’altro canto vi sono invece i cosiddetti «apocalittici», ovvero coloro che ritengono che l’AI genererà più problemi di quanti ne potrà risolvere, con il rischio giusto dietro l’angolo di far perdere posti di lavoro. Come sovente accade, la situazione è un po’ più complessa di quanto questa polarizzazione potrebbe far intuire. Infatti, come vari studi hanno mostrato, allorquando si introduce una nuova tecnologia i processi organizzativi e la tipologia di lavoro, più che scomparire, si trasformano e l’interazione pratica fra esseri umani e tecnologie non è mai del tutto prevedibile né progettabile ex ante. Infatti, attraverso il loro uso, gli utenti modificano continuamente la tecnologia, appropriandosene in modo creativo, deviando non di rado dalle intenzioni iniziali di chi quella tecnologia l’aveva progettata. Questo naturalmente non significa che l’uso dell’AI non vada regolamentato, al contrario ci invita a ragionare criticamente – ma senza eccessivi allarmismi – sul tema in modo responsabile e consapevole.


(Fonte: Corriere Economia)

Contattaci per una pre-analisi gratuita e senza impegno

Valuteremo insieme le tue necessità e ti proporremo un piano d’azione per reperire i capitali di cui hai bisogno.

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi novità e consigli finanziari utili alla tua attività.