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Kering, la sostenibilità? Una scelta strategica. Così si crea valore

Anche il settore del lusso deve fare i conti con percorsi di crescita sostenibili e rispettosi dell’ambiente. «Per questo servono numeri e modelli affidabili, in grado di garantire la misurabilità e la qualità dei dati, certificando così la bontà di un progetto in termini di abbattimento dell’impatto ambientale», sottolinea Marie-Claire Daveu, dal 2012 direttrice dello sviluppo sostenibile e delle relazioni istituzionali internazionali di Kering. Per il gruppo del lusso francese, che ha archiviato lo scorso anno con oltre 20 miliardi di euro di ricavi, l’ultimo decennio è stato connotato da una serie di progetti che assegnavano un valore economico agli obiettivi e ai dati di sostenibilità, costruendo così un modello quantificabile. Non a caso, la strategia di sostenibilità di Kering poggia su tre pilastri: curare, collaborare e creare.
 

Il percorso di sviluppo sostenibile

«Il progetto è la declinazione concreta della visione di François-Henry Pinault, che si traduce in un percorso di sviluppo sostenibile cruciale nella strategia del gruppo sia per ragioni di ordine etico sia per ragioni finanziarie», osserva Daveu. Il bilancio degli interventi certifica i risultati già ottenuti in casa Kering: il gruppo utilizza energia da fonti rinnovabili al 100% e punta a raggiungere il 100% di tracciabilità dei materiali utilizzati (oggi è oltre il 90%). «Nella lista degli obiettivi figurava il taglio del 40% delle nostre emissioni entro il 2025, ma lo abbiamo già raggiunto. Così abbiamo rivisto quel traguardo, stabilendo di abbattere il nostro impatto di un ulteriore 40% entro il 2025», spiega Daveu, tratteggiando il contesto in cui opera il gruppo Kering attraverso marchi come Gucci, Yves Saint Laurent, Bottega Veneta, Pomellato e Boucheron.

Le startup attive su sviluppo e innovazione

«Le tematiche relative al cambio climatico, alla perdita delle biodiversità e alla rarefazione delle risorse naturali, sono ormai cruciali per i nostri clienti e per le nuove generazioni. In questo quadro un ulteriore aspetto è costituito dal settore finanziario che osserva le imprese del lusso da una visuale correlata ai temi Esg, misurando la sostenibilità degli investimenti. In breve, ecco — ribadisce Daveu — le molteplici ragioni che ci impongono di essere coerenti con gli obiettivi che ci siamo assegnati». L’impegno di Kering si traduce, inoltre, nelle collaborazioni con 250 startup attive su sviluppo e innovazione, oltre che nel Regenerative Fund for Nature, che punta a introdurre pratiche di agricoltura rigenerativa in circa un milione di ettari di terreni.

 

(Fonte: Corriere della Sera)

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