Le start-up sono il più grande contributore netto all’occupazione del nostro sistema economico: nel 2021 il 64% della nuova occupazione è stato garantito dalle imprese più giovani. Nel 2022 tassi di natalità in calo del 10,6%.
Nel 2022 il peggioramento del contesto geo-politico (guerra russo-ucraina) ed economico (inflazione, aumento tassi di interesse e instabilità della supply chain) hanno frenato l’iniziativa imprenditoriale: le nuove imprese sono calate di oltre 10 mila unità rispetto al 2021 (-10,6%), con valori inferiori anche rispetto al 2019 (-5,9%).
Nello studio “Le imprese nate nel 2022 e il contributo economico delle start-up”, Cerved ha analizzato il fenomeno della nascita d’impresa integrando i dati sulle iscrizioni di nuove imprese con informazioni e algoritmi proprietari per identificare gli impatti del calo di natalità sulla creazione di nuova occupazione e sul fatturato generato dalle newco. La ricerca evidenzia un ulteriore elemento: le start-up rappresentano il più importante driver di crescita occupazionale della nostra economia. Nell’ultimo anno hanno contribuito alla net job creation con un saldo positivo di 343 mila addetti, valore pari a circa i due terzi del saldo occupazionale netto complessivo (535 mila addetti).
Nel 2022 sono 89.192 le nuove imprese, dato più basso dal 2016 (escludendo il 2020 anno della pandemia Covid-19). I cali più marcati sono stati registrati nei comparti utility (-28,9%) ed aziende agricole (-22,3%), dove lo shock energetico e il sostenuto aumento dei costi delle materie prime hanno rappresentato un deterrente all’entrata. Le costruzioni, spinte ancora dal Superbonus, registrano il calo minore (-5,8%).
A livello geografico, si è assistito ad un calo più marcato nel Sud e nelle Isole (-13,2%), dove tutte le regioni mostrano valori peggiori di quello nazionale (-10.6%) ad eccezione della Calabria (-9,5%).
Da segnalare il trend in discesa delle Srl semplificate, che nelle regioni del Mezzogiorno rappresentano ancora un driver importante dei tassi di natalità (49% nel 2022). A livello nazionale, il ricorso a tale forma societaria è infatti in continuo calo dal 2019, passando dal 46,9% del totale nel 2018 al 39,6% nel 2022.
Cerved ha analizzato l’andamento negli ultimi 15 anni del contributo occupazionale per classe d’età ed emerge in modo chiaro come le start-up siano il principale driver per la crescita occupazionale. Solo nel 2021, 343 mila nuovi addetti netti su un totale di 535 mila sono dati dalle start-up.
Infine, partendo dai contributi occupazionali e di fatturato che le nuove imprese hanno apportato al sistema economico nel tempo, si stima che il calo avvenuto nel 2022 può tradursi in un mancato contributo di nuovi addetti pari a 27.080 unità e 2,5 miliardi di fatturato. Entrando nel dettaglio, i settori più colpiti rischiano di essere utility (-117 milioni di euro di fatturato e -60,1% di addetti, – 460 start-up), seguite dalle aziende agricole (-74,9 milioni di euro, -39,8% di addetti, -407 start-up).
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