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M&A, è fase di stallo? In Italia 247 operazioni nel primo trimestre 2023

La vitalità del mercato delle M&A rappresenta la cartina al tornasole delle opportunità imprenditoriali che si presentano in una certa area geografica, dell’attrattività del suo sistema produttivo, ma anche della trasformazione in atto a livello di strutture settoriali.

Con i suoi 247 deal realizzati nel primo trimestre 2023, il mercato acquisitivo italiano da una parte si assesta sui livelli del primo trimestre 2022 (in cui furono conclusi 249 accordi), dall’altra, non conferma lo slancio messo a segno nell’immediato post-pandemia. Infatti, a fronte di una crescita del 39,8% nel biennio 2021-2022, i dati relativi al biennio 2022-2023 non sembrano supportare il trend espansivo. Le pressioni inflazionistiche, la stretta monetaria delle Banche Centrali, l’incertezza sull’evoluzione della guerra in Ucraina, che hanno generato prudenza tra gli investitori, spingono il mercato delle M&A italiano verso dinamiche maggiormente coerenti con la situazione precrisi. Malgrado sia diminuita in maniera significativa la presenza di acquirenti esteri, il 23,8% dei deal è stato condotto da buyer non italiani, indicativo del fatto che le imprese nazionali, le loro tecnologie, il loro know-how e le loro capacità manifatturiere, continuano ad apparire interessanti per una parte consistente degli operatori esteri.
 

I settori più attivi

Analizzando i volumi relativi ai singoli settori, si possono desumere quali sono quelli che maggiormente hanno sostenuto il dinamismo del mercato italiano nel trimestre in esame. Il comparto che presenta maggiore vitalità è il Consumer, che, con 59 operazioni completate nel primo trimestre, rappresenta il 23,8% del totale dei deal, contro il 18,1% dello stesso periodo relativo allo scorso anno. All’interno del comparto in esame, il segmento più incisivo in termini di numero di accordi è rappresentato da quello relativo ai Professional Services, che costituisce il 32,2% delle operazioni. Tra i deal più significativi di questo segmento si segnala l’acquisizione di Fiere di Parma da parte di Fiera Milano, con un controvalore di 16,5 milioni di euro, finalizzata alla creazione di una comune piattaforma fieristica europea dedicata al food. Dopo il comparto Consumer, è quello dell’Hi-Tech che presenta una notevole incidenza in termini di numero di operazioni realizzate. Infatti, con le sue 56 operazioni, rappresenta il 22,6% del totale dei deal, in crescita rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, dove si era attestato al 18,1%. Crescita che ha beneficiato anche dell’accelerazione dei processi di digitalizzazione indotti dalla pandemia e della crescente attenzione verso tematiche connesse alla sostenibilità.

 

 

 


 

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