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Marcegaglia: «Bisogna accelerare gli investimenti del Pnrr e sostenere i redditi»

«Il peggioramento del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre? Era in corso nell’economia reale, da imprenditrice, me l’aspettavo. Ora, però, per far ripartire l’economia, bisogna intervenire subito investimenti e cuneo fiscale», sostiene Emma Marcegaglia, presidente e amministratore delegato di Marcegaglia Holding.

Come spiega una flessione del Pil peggiore del previsto che riduce la crescita acquisita a +0,7%?
«Il calo è legato alla flessione degli investimenti. C’è la frenata della Germania, che è il primo partner commerciale dell’Italia e il maggiore mercato per il nostro gruppo: il mood dei tedeschi è molto negativo. Anche l’export, che è stato il motore della crescita nel 2022, pur non essendo negativo, dà un contributi pari a zero, perché la globalizzazione è in ritirata. Anche i consumi sono in calo, e il turismo, che era partito molto forte a giugno luglio, poi ha frenato. E’ un dato in peggioramento in un scenario di rallentamento generale.


Chi soffre di più?
«La Cina è in forte decelerazione, è vero che l’Italia dipende meno dalla Cina della Germania, ma noi dipendiamo molto dalla Germania. Gli Usa invece sono un po’ black & white. Insomma, c’è un’incertezza generale che ci fa dire che da qui in avanti avremo un periodo di crescita più bassa. Ma non una grande crisi. Nouriel Roubini, qui a Cernobbio, ha parlato di una recessione shallow, poco profonda, a livello globale».

Pesa anche l’incertezza sui tassi di interesse.
«Credo che nei prossimi anni l’inflazione resterà un po’ più alta a causa dei mega trend che stanno avvenendo, dai grandi investimenti sulla decarbonizzazione alla frenata globalizzazione. Mi chiedo quanto abbia senso impiccarci al 2% nel medio periodo, con il rischio di mandare in recessione il pianeta».

Si aspetta un nuovo rialzo della Bce a settembre?
«Spero di no, perché l’inflazione sta calando, anche se la l’inflazione di fondo resta alta. O quanto meno, se ci sarà un nuovo rialzo, che poi la Bce dica che sarà l’ultimo. Perché a danneggiare le imprese non è tanto il livello raggiunto dai tassi, ma la velocità con cui siamo passati da tassi negativi al 4%, dopo anni di costo del denaro quasi a zero. La paura di non riuscire a ripagare gli oneri finanziari frena la richiesta di prestiti delle aziende, che preferiscono non investire. L’Italia è il Paese dove i prestiti bancari sono scesi di più in Europa».

Cosa suggerisce per far ripartire il Paese?
«Tre interventi. Usare il Pnrr nel migliore dei modi: è un elemento essenziale per incentivare gli investimenti: da lì verrà un pezzo di crescita importante».

Poi?
«Riportare l’attenzione sulle riforme: giustizia, pubblica amministrazione e concorrenza. Sappiamo che l’accordo del Pnrr è investimenti più riforme».

La terza cosa?
«Serve una Manovra che preservi i conti e si concentri sulle cose importanti. Innanzitutto confermando il taglio del cuneo fiscale, che incentiva i consumi delle famiglie».

Il terzo trimestre come sta andando?
«Luglio e agosto non tanto bene. Settembre è incerto. L’ultimo trimestre potrebbe far vedere qualcosa di meglio. E’ molto importante, però, che ci sia fiducia».

Come si crea fiducia?
«Il governo, ad esempio,dovrebbe fare un accordo con Francia, Grecia e Spagna sul Patto di stabilità, perché non torni come prima. Il patto va rivisto per dare spazio anche agli investimenti. Invece i tedeschi insistono per fare attenzione solo a debito e defict, ma poi Berlino chiede ulteriore libertà sugli aiuti di Stato, perché ha lo spazio di bilancio. E’ un pericolo: così creiamo tali differenze nel mercato unico che rischiamo di spaccarlo. E questo non è nemmeno nell’interesse dei tedeschi».

 

(Fonte: Corriere della Sera)

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