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Passera (Illimity): «Tecnologia e capitale umano, le chiavi per crescita e produttività»

«La tecnologia è uno dei fattori abilitanti della produttività assieme alla buona formazione del capitale umano». Non ha dubbi Corrado Passera, fondatore e ceo di illimity, quando racconta quali saranno le leve per l’innovazione nel Paese in questo 2023. Da imprenditore che ha fondato la prima banca cloud native d’Italia, Passera, che ha condiviso la sua visione sul futuro nella serie podcast Tech Emotion realizzata dal «Corriere della Sera» e da Emotion Network, sottolinea l’esigenza di rompere i vecchi schemi. «Oggi — dice — la produttività in Italia è sopra la media europea in molte grandi e medie imprese manifatturiere, ma ancora insufficiente nella maggioranza di quelle di minori dimensioni, nel mondo dei servizi e nella Pa».

Per uscire da questo meccanismo bisogna investire in innovazione e sulle persone «che devono avere skills digitali e attitudine all’apprendimento continuo». Sul primo punto fondamentale poi avere gli strumenti giusti. «La tecnologia abilitante per poter usufruire dei vantaggi legati alla digitalizzazione è il cloud: solo attraverso il cloud anche le pmi possono avere sistemi informativi di qualità, potenza e sicurezza tipici delle grandi e grandissime». La “nuvola” consente infatti alle organizzazioni di essere flessibili, di velocizzare e efficientare i processi interni. «Su questo aspetto l’Italia sconta un ritardo rispetto ad altri paesi. Penso, ad esempio, alla Gran Bretagna», aggiunge Passera. Un aiuto in questa direzione secondo il manager può arrivare dal Pnrr che potrebbe velocizzare la transizione digitale. Per fare il salto però servono interventi di lungo termine. Dice: «Bisogna premiare fiscalmente in modo strutturale le imprese che investono in tutte le nuove tecnologie, che investono in capitale umano, che si aggregano e che incrementano il loro capitale. Esistono leggi che hanno dato buoni risultati come Industria 4.0, Ace, Apprendistato, ma vanno finanziate maggiormente, anche perché, alla fine, si autofinanziano».

Il secondo pilastro per la produttività sono poi le persone. Su questo punto i campanelli d’allarme per Passera ci sono e sono diversi. «Il mismatch tra le competenze date ai ragazzi dal mondo della scuola e quelle richieste dal mercato del lavoro è in crescita.Abbiamo bisogno di specialisti in tutte le materie tecniche e scientifiche come pure abbiamo bisogno di persone con solide basi economiche, giuridiche e umanistiche per mettere insieme discipline diverse e per gestire organizzazioni sempre più complesse». Occorrono quindi giovani (e non solo) con competenze diversificate, in continuo aggiornamento e tra loro complementari. Come arrivarci? «Suggerisco di non specializzarsi troppo presto. Il consiglio è sfruttare il 3+2 per accedere prima a una formazione interdisciplinare e poi più verticale. Ma soprattutto imparare a imparare perché ciò che si impara a scuola, tranne il metodo, diventa presto obsoleto».

(Fonte: Corriere Economia)

 

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