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Private debt, primo semestre record

Raccolta, operazioni e rimborsi in forte crescita

 

AIFI ha presentato i dati di mercato del private debt nel primo semestre dell’anno, per la prima volta realizzati tramite una nuova piattaforma online per la raccolta dei dati. La metodologia utilizzata nella raccolta dei dati è uniformata a quella per il settore del private equity, che è in linea con quella internazionale.

Nel primo semestre del 2021 la raccolta è triplicata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 642 milioni di euro, contro i 209 milioni nel primo semestre 2020. Tale dato rappresenta il valore più alto mai registrato non solo in un singolo semestre, ma anche se confrontato agli interi anni passati. La prima fonte della raccolta sono stati i privati/asset manager (32%), seguiti dai fondi di fondi istituzionali (26%). Guardando alla provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato l’86% del totale.

Nella prima parte dell’anno sono stati investiti 769 milioni di euro, +74% rispetto al primo semestre del 2020. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 356 (+139%). Si tratta del semestre con i valori più alti mai registrati dall’avvio del mercato, testimoniando una crescita significativa, anche paragonata agli anni precedenti la pandemia. Escludendo le piattaforme di lending, i soggetti domestici hanno realizzato il 91% del numero di operazioni, mentre il 67% dell’ammontare è stato investito da operatori internazionali. Il 53% delle operazioni sono state finanziamenti, mentre il restante 47% sottoscrizioni di obbligazioni.

Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, sempre al netto delle piattaforme, la durata media è di 6 anni mentre considerando le dimensioni delle sottoscrizioni, il 92% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 4,6%.

Complessivamente, a livello geografico, la prima Regione resta la Lombardia, con il 28% del numero di operazioni, seguita dalla Campania con l’11%. Con riferimento alle attività delle aziende target, al primo posto con il 40% degli investimenti troviamo i beni e servizi industriali, seguito dal settore dei servizi per il consumo, con il 13%. A livello di dimensione delle aziende target, l’88% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 250 addetti.

“I dati del primo semestre dell’anno sono incoraggianti e dimostrano la necessità in Italia di operatori che investano sul debito” dichiara Innocenzo Cipolletta (nella foto), Presidente AIFI “Il taglio medio e la tipologia di imprese su cui il private debt si concentra sottolineano che il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è sano ma ha bisogno di investitori che supportino le aziende a realizzare i propri progetti di crescita e internazionalizzazione”. Nel primo semestre del 2021, le società che hanno effettuato rimborsi sono state 134 (62 nello stesso periodo dell’anno precedente), per un ammontare pari a 204 milioni di euro (+66% rispetto ai 123 della prima parte del 2020), il secondo dato più alto mai registrato in un singolo semestre (dietro al secondo semestre del 2020). Il 79% del numero di rimborsi ha seguito il piano di ammortamento.

Per la prima volta è stata analizzata anche l’attività di 12 soggetti attivi nel mercato italiano del distressed debt. A partire dal 2018, questi operatori hanno investito 2,3 miliardi di euro in 15 pacchetti relativi a oltre 5.000 società e 4,2 miliardi in circa 80 singole società. Con riferimento a queste ultime, i principali settori di attività sono quello dei beni e servizi industriali e dei trasporti/shipping (entrambe con un peso del 19% sul numero totale), il numero medio di dipendenti è pari a 178 e il fatturato medio si attesta a 57 milioni di euro. Nel solo primo semestre del 2021 sono stati investiti circa 770 milioni di euro, di cui oltre 400 in operazioni single name.

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