Si allentano un poco i vincoli imposti alle banche sulla cessione dei crediti. In sede di conversione parlamentare del dl 17 del 1° marzo 2022, il cosiddetto decreto bollette, è stato approvato un emendamento che permette alle banche di effettuare un’ulteriore cessione del credito oltre alla terza, purché il cessionario sia un correntista dell’istituto. Un aspetto tecnico all’apparenza, ma che consentirà di far circolare i crediti liberando risorse per gli istituti che hanno esaurito o stanno per esaurire i plafond destinati a questa tipologia di operazione. Cambia anche, per i soggetti Ires e per le partite Iva, la tempistica per comunicare le cessioni relative ai crediti del 2021: slitta al 15 ottobre, mentre la scadenza del 29 aprile è confermata per i contribuenti Irpef. Tra qualche giorno sapremo anche di quanto saranno prorogati i termini per usufruire del superbonus per le case indipendenti: con le regole attuali bisogna aver completato il 30% dei lavori entro il 30 giugno prossimo e concludere entro la fine dell’anno.
La stretta sulle operazioni
La difficoltà di ottenere il credito dalle banche è uno degli ostacoli che si frappongono all’apertura di nuovi cantieri per il superbonus; la stretta sulle operazioni, lo ricordiamo, deriva da una serie di provvedimenti presi dopo che lo scorso autunno sono state scoperte truffe milionarie realizzate con crediti relativi a lavori mai terminati e spesso neppure iniziati, oppure effettuati a costi esorbitanti, soprattutto nel caso del bonus facciate che non prevedeva di fatto controlli sulle spese. Negli ultimi mesi è stata introdotta la tracciabilità delle operazioni di cessione, l’obbligo generalizzato del visto di conformità, il divieto di effettuare più di tre cessioni, che nel caso delle banche ora potranno diventare, appunto, quattro.
L’aumento del costo del denaro
L’aumento del costo del denaro sta inoltre avendo un impatto sulla convenienza delle cessioni: mutui e prestiti costano di più e la cessione del credito da un punto di vista finanziario è una forma particolare di mutuo a tasso fisso con rimborso in rate annuali, con la peculiarità che le rate non sono saldate dal beneficiario dell’erogazione ma dall’Erario (che oltretutto dà ben altra garanzia di solvibilità). Sul costo della cessione influiscono più fattori: innanzitutto il tipo di agevolazione e la durata del rimborso; poi il fatto che si ricorra al prestito ponte per finanziarie le somme anticipate dalla banca all’impresa prima di consolidare la cessione. Di fatto le banche oggi non pubblicizzano più condizioni standard per le cessioni, come succedeva un anno fa, ma invitano direttamente a recarsi in filiale per avere un prospetto dei costi.
(Fonte: Corriere Economia)
Contattaci per una pre-analisi gratuita e senza impegno
Valuteremo insieme le tue necessità e ti proporremo un piano d’azione per reperire i capitali di cui hai bisogno.