Transizione 5.0: il governo punta ad almeno 4 miliardi di euro per le imprese italiane
Almeno quattro miliardi per il piano Transizione 5.0. È quanto punta a mettere sul piatto il governo per far evolvere il programma Transizione 4.0. Lo ha annunciato il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo in collegamento col il Family business forum.
“Pensiamo di riuscire nel confronto con la Commissione europea a utilizzare le risorse che provengono dalla revisione dei capitoli di bilancio del Pnrr e del RepowerEu – ha spiegato Urso – Per realizzarlo dobbiamo aspettare che finisca il confronto con la Commissione europea per capire di quante risorse possiamo disporre. La nostra intenzione è di destinarci almeno 4 miliardi di euro di risorse europee”.
Certezza sulle risorse
Il ministro ha garantito che il piano “avrà una certezza sulle risorse: stiamo facendo decreti affinché non ci siano contestazioni sull’uso delle risorse, certezza su come e chi ha diritto a queste agevolazioni coi crediti di imposta. Saranno misure automatiche come per Transizione 4.0. Pensiamo di finire il tutto entro la fine dell’anno ma dipende dai tempi del confronto del governo con la Commissione”.
“Servirà – ha concluso – a mettere ulteriore carburante a questo processo di transizione ecologica e digitale in cui sono impegnate le nostre imprese”.
Il pressing di Confindustria
In una recente intervista il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, aveva evidenziato la necessità di accelerare sul Piano 5.0 in quanto leva per gli investimenti privati.
“Bisogna stimolare gli investimenti privati con un grande piano che ho chiamato Industria 5.0, o Transizione 5.0, perché dobbiamo agganciare le transizioni digitale, ambientale, energetica – sottolineava – La Commissione Ue ha detto che per la sola transizione green servono in Europa 3.500 miliardi, di cui 650 in Italia. Il Pnrr ne prevede fra 60 e 70. Vuol dire che 580 miliardi devono venire da famiglie e imprese, una dimensione impensabile. L’ultimo punto sono le riforme. Questo paese ha necessità di fare quelle di cui tutti sentiamo parlare da 35 o 40 anni. Ci veniva detto che le risorse non c’erano, col Pnrr adesso ci sono”.
Industria 5.0 nuovo paradigma per la ricerca e l’innovazione
Industria 5.0 completa il paradigma dell’Industria 4.0 esistente evidenziando la ricerca e l’innovazione come fattori abilitanti per la transizione verso un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente.
L’industria 5.0 sposta l’attenzione dal valore per gli azionisti a quello per gli stakeholder, con vantaggi per tutti gli interessati.
L’industria 5.0 cerca infine di catturare il valore delle nuove tecnologie, fornendo prosperità al di là dell’occupazione e della crescita, rispettando i confini planetari e ponendo il benessere dei lavoratori dell’industria al centro del processo produttivo.
Industria 5.0, le mosse della Ue
L’annuncio di Urso arriva a poche settimane dal lancio del progetto europeo Sure5.0, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon Programme Europe.
Sure5.0 (“Supporting the smes SUstainaibility and REsilience transition towards industry 5.0 in the mobility, transport & automotive, aerospace and electronics European Ecosystems”) mira a sostenere le Pmi europee che lavorano sui suddetti ecosistemi industriali, favorendole nell’avanzamento all’interno del processo di trasformazione digitale e nel diventare contemporaneamente più centrate sull’uomo, sostenibili e resilienti.
Le Pmi potranno beneficiare di rapporti di valutazione 5.0, webinar aperti, roadmap individuali, servizi su misura, eventi di networking e di apprendimento tra pari, supporto finanziario per i loro progetti 5.0.
Il progetto prevede di coinvolgere circa 1.000 Pmi nelle attività del progetto, di cui 700 saranno valutate, 90 riceveranno servizi su misura dai partner e 53 riceveranno sostegno finanziario. Saranno promosse l’adozione e la diffusione di tecnologie avanzate, nonché l’adozione di pratiche di innovazione sociale che faciliteranno la duplice transizione (digitale e verde). Il progetto mobiliterà 2,6 milioni di euro. La durata è di 36 mesi, il costo totale 4.988.125 euro.
Accordi per l’innovazione, sul piatto altri 175 milioni
Intanto il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha destinato ulteriori 175 milioni di euro al sostegno dei progetti di ricerca e sviluppo realizzati nell’ambito di Accordi per l’innovazione, presentati al secondo sportello agevolativo e non ammessi alla fase istruttoria per carenza di risorse.
Il decreto ministeriale 11 maggio 2023 definisce i dettagli ai fini dell’accesso ai finanziamenti. I progetti devono essere realizzati interamente nelle regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) ed essere coerenti con gli obiettivi tematici del Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027 e con i criteri di selezione previsto dallo stesso Programma.
Gli accordi per l’innovazione sono una misura del Ministero che si rivolge a imprese di qualsiasi dimensione per realizzare, anche in forma congiunta, nuovi prodotti, processi o servizi o migliorare quelli esistenti.
(Fonte: Corriere Economia)
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